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Questo sito nasce principalmente dalla volontą di racchiudere
in uno spazio definito una selezione - non eccessivamenet ragionata
- dei miei lavori basati sulla fotografia. Ben presto il progetto ha
assunto una connotazione di pił ampio respiro, oltre a presentare parte
della mia produzione cartacea, digitale e prodotta con digitale "toy-cam"
nell'area creatività è presente un sunto del mio portfolio
commerciale di visual designer.
Il titolo, ispirato ad un noto proverbio inglese, non vuole istigare
alla violenza verso i felini domestici. Nasce da quello che ho definito
"effetto gatto" della fotografia digitale:
Con l'attuale diffusione di massa della fotografia digitale sta accadendo
quello che nella musica è successo un paio di decadi fa: come
le tastiere elettroniche non hanno fatto di tutti noi dei novelli Beethoven
così il digitale fotografico non farà di tutti noi dei
Man Ray. Fiumi di persone, prettamente informatici, stanno calando come
festante orda prendendo in mano la loro prima macchina fotografica,
ora che anche questo oggetto da vetusto mattone meccanico può
vantarsi dell'aggettivo "digitale". Sono gli stessi che nell'ultimo
decennio hanno vissuto nell'inutile rincorsa dell'avere il computer
più potente, la scheda video di ultima generazione, inseguendo
ciecamente la tecnologia, vivendo nella felicità di possederla
ma senza farci nulla praticamente. Ma se nell'elaboratore più
performante si poteva far girare il benchmark di moda e mostrare con
orgoglio numerico quanti mirabolanti frames al secondo fosse capace
di gestire la propria postazione, con la macchina digitale questo castello
di sabbia ha iniziato a sgretolarsi: non esistono test di perfomabilità
nella macchina fotografica, non esiste comparazione prestazionale che
abbia senso fin quando qualcuno non la prende in mano e fisicamente,
in prima persona, crea.
In prima battuta è arrivato quindi quello che io chiamo "fattore
gatto", spesso troppo giovani per avere figli, spesso accompagnati
da donne troppo sagge per sottostare alle loro sperimentazioni, hanno
trovato nel felino domestico il soggetto ideale. Stava in posa, non
si lamentava, e soprattutto non erano neanche costretti ad uscire di
casa per dare un senso al loro gingillo digitale. A questo punto in
molti, dopo la prima settimana di scatti domestici, hanno riposto in
un cassetto il proprio armamentario, felici di esserne possessori. Altri
hanno imboccato la difficile strada del varcar la soglia di casa, hanno
iniziato a scendere in piazza e scattare, ma senza riuscire a liberarsi
del loro retaggio informatico. Ed ecco allora il pensiero diffuso che
porta a credere che la mediocrità del proprio lavoro sia semplicemente
legata al fatto di non possedere l'ultimo modello disponibile sul mercato
( se fosse veramente così importante il fattore tecnico allora
noi tutti dovremmo riuscire a fare scatti mille volte migliori di quelli
di qualsiasi maestro degli anni '40... ).
A guardare i lavori degli altri e a studiarli in base all'attrezzatura
usata, e non chiedendosi perchè l'autore abbia operato determinate
scelte. La cosa più deprimente per un artista digitale ( che
faccia musica, videopittura, GC 3D o fotografia ) è mostrare
l'opera del proprio ingegno e sentirsi dire "bello, che programma/macchina
hai usato" ?
Quelli che, di questa grande massa di persone, capiranno che il pezzo
più importante nella propria attrezzatura sono loro stessi, quelli
che chiuderanno il portafogli per investire nel fattore uomo, saranno
il famoso 10% che daranno senso al 90% di merda prodotta ... |